Iyengar yoga come tecnica antinfiammatoria.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, permettetemi una doverosa premessa per dare la giusta dignità alla nobile disciplina dello yoga, che molto può dare all'umanità, ma che troppo spesso è relegata a una semplice attività fisica.

Lo yoga ha origini antichissime: il trattato più famoso che ne parla, gli Yoga Sutra di Patanjali, viene fatto risalire a circa 5000 anni fa. La pratica nasce per ottenere la vettar più alta della consapevolezza, che gli orientali chiamano Samadi, uno stato in cui le paure cessano di esistere, così come i desideri, e non permane alcun pensiero o emozione che possa disturbare la quiete raggiunta. Patanjali struttura lo yoga in 8 passi, tutti necessari per ottenere questo scopo:

Yama / Niyama (regole di comportamento)
Asana (posture)
Pranayama (controllo del respiro)
Pratyahara (ritiro dell’attenzione verso l’interno)
Dharana (concentrazione)
Dhyana (meditazione)
Samadi (consapevolezza suprema)


Il secondo sutra di Patanjali cita: “Yoga citta vritta nirodaha”, lo Yoga è la cessazione delle fluttuazioni della mente. Ecco la via dello yoga. Patanjali definisce gli asana “una posizione tenuta in modo confortevole”, ma nel suo testo non cita nessuna posizione particolare, tanto meno posizioni difficili da eseguire. Gli asana così come li conosciamo oggi nascono all’incirca nel XVII secolo e i testi che li descrivono più diffusamente sono: Hatha yoga pradipika, Gheranda Samita e Shiva Samita. In essi si parla delle posture come di una tappa preparatoria alla meditazione e non come esercizio fisico fine a se stesso. Sono stati gli occidentali nel secolo scorso a importare questa disciplina dando enfasi soprattutto alla parte fisica: gli asana, appunto. Questo ha progressivamente reso lo yoga una sorta di ginnastica con varianti sempre più occidentali: yogates, un mix tra yoga e pilates; fitnes yoga; power yoga e molti altri. Lo spirito dello yoga si è completamente snaturato.


scoliosi

Detto questo, analizziamo cosa ci può restituire lo studio degli asana. Il Maestro che più di tutti ha attribuito importanza al passo degli sutra che definisce gli asana “una posizione tenuta in modo confortevole” è stato B.K.S. Iyengar. Iyengar sviluppò la pratica dello yoga a livelli di incredibile efficacia. Il suo metodo rispetta i principi della biomeccanica e gli asana sono mantenuti per un tempo sufficientemente lungo da ottenere una deformazione dei depositi di collagene accumulati per fenomeni di fibrosità, nonché un riorientamento delle fibre muscolari in senso longitudinale, restituendo così la massima mobilità miofasciale e ridando spazio alle articolazioni. Mantenere lo spazio articolare è essenziale per permettere la produzione del liquido sinoviale, senza il quale si formano attriti articolari e processi infiammatori degenerativi.

Sono numerosi gli studi fatti sullo yoga e molti, in particolare, sullo Iyengar yoga, tanto che nel gennaio 2015 è stata fatta una review pubblicata su Pubmed dal titolo: Effectiveness of Iyengar yoga in treating spinal (back and neck) pain: A systematic review (autori: Edith Meszaros e collaboratori). I sei studi evidenziati, per un totale di 570 pazienti osservati, ha dimostrato che lo Iyengar Yoga è un mezzo efficace per superare sia il dolore lombare che cervicale.

Altri studi si sono focalizzati sul controllo dell’infiammazione e la pratica dell’Iyengar yoga. Nel febbraio 2010, è stato pubblicato un articolo molto interessante sulla rivista Psichosomatic Medicin (autrice Janice K. Kiecolt-Glaser e colleghi), intitolato Stress, Inflammation, and Yoga Practice, dove si sono confrontate le risposte infiammatorie ed endocrine tra un gruppo di praticanti esperti e di principianti per comprendere i meccanismi dei benefici derivanti dalla riduzione dello stress. Su un gruppo di 50 donne in salute con età media di 41,32 anni (range dai 30 ai 65 anni), di cui 25 principianti e 25 esperte, le sedute di yoga hanno sortito effetti positivi sia sulle une che sulle altre. Da notare che i gruppi non differivano per età, adiposità addominale e fitness cardio respiratorio, ciononostante il gruppo delle principianti aveva livelli di interleuchina 6 (IL6) più elevati del 41% rispetti ai praticanti esperti e livelli di proteina C reattiva (CPR) 4,75 volte superiori. In altre parole, gli esperti, rispetto ai principianti, producevano minori quantità di lipopolisaccaride (LPS), il quale stimola la produzione di IL6 in risposta a eventi stressanti, che a sua volta stimola la produzione di CPR. Conclusione: per ottimizzare l’attività antinfiammatoria la pratica deve essere costante (abhyasa).

Ancora, nel maggio 2010, sulla rivista Journal of pain and symptom management, sono stati pubblicati i dati di uno studio intitolato Iyengar yoga for young adults with rheumatoid arthritis: results from a mixed-methods pilot study, (autori: Subhadra Evans e colleghi) compiuto su giovani pazienti (8) affetti da artrite reumatoide, impegnati nella pratica dell’Iyengar yoga in sedute bisettimanali, di un’ora e mezza l’una, per sei settimane. I risultati furono i seguenti: miglioramento nel dolore e nella disabilità da dolore, nella depressione, nella salute mentale, nei livelli di vitalità e autoefficacia… e nessun effetto secondario.

Infine, nel maggio 2014 sulla rivista Psychoneuroendocrinology è stato pubblicato un articolo dal titolo Yoga reduces inflammatory signaling in fatigued breast cancer survivors: a randomized controlled trial (autori: J.E. Bower e colleghi). Lo studio, rivolto a un gruppo di sedici pazienti che hanno avuto il cancro al seno con sintomi da affaticamento persistenti, è consistito nel randomizzare un programma di 12 settimane di pratica ristorativa Iyengar yoga. A questo è stato affiancato un gruppo di controllo di quindici persone. Nel gruppo yoga si è rilevata una riduzione dell’attività del fattore di trascrizione pro infiammatorio NFkB, un aumento dell’attività dei recettori per i glucocorticoidi e una riduzione dell’attività del TNF alfa, importante interleuchina pro infiammatoria. In conclusione, 12 settimane di intervento Iyengar yoga ha ridotto l’infiammazione nei soggetti con persistente affaticamento post cancro al seno. L’Iyengar yoga, dunque, può avere effetti benefici sull’attività infiammatoria di questi pazienti, con una potenziale rilevanza per la salute fisica e mentale.