Gurdjieff. Il compito di trovare quel “molto di più”.

Meditazione: stare nel presente, essere qui e ora. Niente di più facile, direte. “Dove altro dovrei essere, se non nel presente?” Eppure… è quasi sempre vero il contrario. In un modo o nell’altro la maggior parte di noi vive nell’inconscio, nel passato o nel futuro.


Ileo Psoras
Georges Ivanovic Gurdjieff


Consapevole di questo, il grande mistico armeno Gurdjieff (1866-1949) ha sviluppato con sorprendete chiarezza la nozione di “ricordo di sé”. Di che cosa si tratta? Gurdjieff pone l’accento sulla necessità di ricordarsi di sé stessi in ogni momento della giornata, qualsiasi cosa stiamo facendo. Ogni volta che siamo alle prese con delle incombenze quotidiane, come lavare i piatti o andare al lavoro, è importante staccare il “pilota automatico” che ci porta a fantasticare, a pensare ad altro, e rivolgere l’attenzione su noi stessi. Ci accorgiamo allora di quanto sia difficile essere nel presente, nel ricordo di sé. A aiutarci in questo sarà la pratica, l’allenamento, la tenacia e quella che Gurdjieff chiama “attenzione divisa”: una parte della nostra consapevolezza dovrà rivolgersi all’attività che ci impegna, un’altra parte a noi stessi.

E poi? Acquistata fiducia con il lavoro in solitudine saremo in grado di passare alla fase successiva, più complessa, che consiste nel mantenere l’attenzione divisa anche in compagnia di altre persone. Di nuovo, la via che Gurdjieff ci indica è: “ricordati di te stesso”, rivolgi l’attenzione all’altro, ma non scordare che ci sei anche tu!

Questo grande maestro definisce la mente umana una macchina da controllare. “Se non possiamo controllare la macchina”, afferma, “allora siamo la macchina”. E questo è certamente vero. Com’è vero, d’altra parte, che tutti aspiriamo a essere molto più di questo. A voi il compito di trovare quel “molto di più”.