MEDITAZIONE E LAVORO SULL'INCONSCIO

Oltre la conoscenza.
La consapevolezza.

La lettura

La pratica della meditazione fa parte del mio modo di essere da così tanto tempo che tentare di separarla dalla mia professione sarebbe una impresa impossibile. L’esperienza di vivere, il lavoro per vivere: tutto ciò che è sentito, compreso e profondamente interiorizzato dovrebbe essere condiviso. È questo che penso. Perciò tenete d’occhio questa pagina. Ogni tanto troverete delle date. Sarei felice di potervi incontrare ai miei seminari sulla meditazione.

Che cos’è la meditazione? Troppo spesso le tecniche vengono confuse con l’essenza del meditare, il percorso con il risultato. Lasciate allora che provi a fare chiarezza attraverso le parole di due grandi Maestri: Patanjali e Osho.

Patanjali, il Maestro della via dello Yoga (nacque nel II secolo a. C.), descrive il percorso spirituale in otto passi e afferma che questi passi, praticati con totalità e costanza, consentono di raggiungere la suprema conoscenza dell’essere. Si inizia con le osservanze morali ed etiche, i fondamenti, per seguire con il controllo dei sensi, la concentrazione e la consapevolezza percettiva interiore. Infine, praticare al meglio la dhyana (meditazione) porterà al samadhi, lo stadio supremo di consapevolezza.

Osho, invece, ha descritto molte tecniche di meditazione e altre ne ha sviluppate a uso degli occidentali. Nato nella nostra epoca, questo maestro parla un linguaggio moderno e a differenza di Patanjali non ha bisogno di studiosi che lo interpretino (anche se a sua volta è stato spesso frainteso… ma questa è un’altra storia!)

La via proposta da Patanjali, quella spiegata da Osho, così come altri modi, o tecniche, illustrate da altri Maestri, hanno lo scopo di portare ognuno di noi a sperimentare la meditazione intesa come uno stato dell'essere, in cui non esistono più condizionamenti, credi o paure, ma solo una stabile, permanente e profonda beatitudine che ci rende ebbri della nostra solitudine. La meditazione, in altre parole, conduce il praticante a uno stato di pura consapevolezza. E chi è consapevole, chi è in meditazione, non usa più la tecnica. Non ne ha bisogno: ha raggiunto il samadhi.

Pantanjali lo ripete più volte. Affinché questo accada, lo sforzo deve essere continuo e totale. I maestri a loro volta ammoniscono: se esiste lo sforzo nulla accade, ma senza sforzo… nulla accade. Un bel koan zen dal sapore tutto orientale!

"La meditazione è uno stato naturale dell'essere, uno stato che abbiamo perduto, e ritrovarlo è la gioia più grande della vita"

Osho

Maestri e mentori.

Ricordate... un Maestro è abbastanza… e mille e uno mentori non sono sufficienti. I mentori sono insegnanti... sono tutor. Un Maestro non è un insegnante… non è un mentore… non è un tutor. La funzione del Maestro è quella di creare un'infezione - non è un insegnamento… è un'infezione...

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