Il terzo occhio.
Un brano tratto da Osho, Intimità. Fidarsi di se stessi e degli altri

In India, viene chiamato "il terzo occhio". Non è un occhio vero, ma solo la riabilitazione, un totale riassestamento della tua capacità di visione. Piano piano quel buio non sarà più oscurità e inizierai a percepire una debole luce soffusa. Se continuerai a guardare all'interno - ci vuole tempo - gradualmente, lentamente, arriverai a percepire una luce meravigliosa.

Non è una luce aggressiva, non assomiglia al sole, è più simile alla luna. Non splende, non acceca, è molto fresca, compassionevole, morbida, balsamica. Col tempo, quando ti sarai adattato alla tua luce interiore, vedrai che tu ne sei la sorgente: colui che cerca è la cosa cercata. Allora scoprirai che il tesoro è dentro di te e il tuo problema consisteva nel cercare all'esterno: cercavi qualcosa all'esterno, ma è sempre stato dentro di te: cercavi nella direzione sbagliata, tutto qui.

Tutto è a tua disposizione, esattamente nella misura in cui fu disponibile al Buddha, al Baal Shem, a Mosè o a Maometto. È tutto disponibile, ma tu guardi nella direzione sbagliata. Per ciò che concerne il tesoro, non sei più povero del Buddha o di Maometto, per niente; Dio non ha mai creato un uomo povero. Non succede, non può succedere, perchè Dio crea soltanto in funzione della sua ricchezza; come potrebbe creare un povero? Tu sei la sua abbondanza che straripa, sei parte del suo essere, come puoi essere povero? Sei ricco, infinitamente ricco, ricco come la natura stessa. Ma stai guardando nella direzione sbagliata e, poichè la direzione è sbagliata, continui a lasciarti sfuggire la meta.

Con questo non voglio dire che non avrai successo nella vita, no; potrai avere successo, tuttavia sarai un fallimento. Nulla ti soddisferà perchè nulla che appartenga al mondo esterno può essere paragonato al tesoro interiore, alla luce interiore, alla beatitudine interiore.